mercoledì 18 settembre 2013

CHI SONO I BABBIONI?


Il nipote dello zio a rapporto dai superiori






























Mi fanno sorridere tutti coloro che pensano che la tesi secondo cui questo euro è sbagliato ed è meglio uscirne al più presto sia una "ipotesi di scuola", una stramberia per professori universitari, una stranezza di intellettualoidi magari un po' complottisti, mentre la vita è un'altra cosa. Si, è veramente incredibile come persone, magari dotate anche di una certa cultura e di un certo spessore, siano imbevute di disinformazione e non vedano la realtà.
 
Altro che ipotesi di scuola: che l'euro così concepito sia un errore lo dicevano i migliori economisti mondiali già trent'anni fa e lo confermano svariati premi Nobel a maggior ragione oggi che i fatti hanno confermato le loro tristi previsioni. Non c'è uno studioso serio che metta in discussione il fatto che questa moneta unica non può reggere. Gli unici a non ammetterlo sono gli economisti dell'Ocse, della Ue o prestati alla politica. Ma un Padoan, un Monti, un Draghi, un Prodi, un Amato, un Boeri, un Ichino - tutta gente che guarda caso la fa da padrone nei talk show e sui giornali - non hanno un decimo della capacità di analisi di un Krugman, uno Stiglitz, un De Grauwe. E soprattutto non possono dire la verità perché sull'euro hanno costruito le loro carriere. Altri, meno spudorati, ormai devono ammettere che l'euro non funziona ma vogliono convincere gli italiani che non va messo in discussione in quanto ci sarà una riforma: una nuova Europa con una banca centrale che emetta moneta a garanzia di tutti i Paesi, l'unificazione bancaria e fiscale, insomma, gli Stati Uniti d'Europa. Il problema è che questa è una ipotesi purtroppo basata sul nulla. La Germania è entrata nell'euro a condizione che mai si cambiassero le regole e i tedeschi - lo dicono e lo ripetono ogni santo giorno - non cederanno mai di un millimetro.
 
Allora mi chiedo: è più teorica la possibilità che si esca dall'euro (cosa inevitabile, che lo si voglia o no, che si prenda o si subisca la decisione, che accada tra un mese, un anno o tre anni, perché MAI nella storia una moneta applicata a economie profondamente diverse ha funzionato) o è più teorica l'ipotesi che la Germania cambi idea? Chi sono gli strambi? Coloro che propongono una via d'uscita - o almeno una dura trattativa per cambiare le cose - tra l'altra suffragata da tutta la scienza economica e da centinaia di esempi storici, o chi continua a credere alla palla gigantesca che una moneta unica applicata a economie enormemente diverse possa funzionare "se si fanno le riforme"? Chi è più dannoso, chi apre un dibattito in modo che quando si arriverà - perché ci si arriverà - al punto di rottura già sia stata elaborata una strategia coinvolgendo i cittadini o chi questo dibattito lo silenzia in tutti i modi pilotando un sistema dei mass media colluso e vergognoso? 

Chi è, alla fine, il babbione? Chi non crede alla sostenibilità dell'euro e ragiona su una exit strategy dolorosa ma inevitabile o chi, credendo a politici - novelli Quisling - che non avrebbero mai il coraggio di infastidire la grande finanza internazionale, continua a bersi la favola che c'è la luce in fondo al tunnel, che l'austerità è espansiva e che i tedeschi non vogliono il dominio commerciale e quindi avremo gli Stati Uniti d'Europa?

3 commenti:

  1. Se fosse solo questione di una costruzione malfatta, nonchè ademocratica, quasi quasi ci si potrebbe stare. Un altro problema enorme sta nel fatto che per sentimenti di inferiorità, provincialismo, scarso spirito di servizio o quello che si vuole, i nostri rappresentanti non hanno mai non dico ottenuto, ma nemmeno provato a mettere in agenda le questioni riguardanti i nostri interessi nazionali.
    Questa cosa per me è intollerabile. Ovvio che i marpioni nord europei, già tendenti di per loro a tirare gustamente l'acqua al proprio mulino, capita l'antifona, ne abbiano approfittato per imperversare ancora di più.
    Cosa che palesa all'istante quanto sia stato disatteso lo spirito di armonia e cooperazione tra gli stati, che invece dovrebbe essere la spina dorsale di qualsiasi comunità che si rispetti.
    A questo proposito voglio allegare un link, che permette di scaricare gratuitamente il libro di Antonio Rinaldi "Il fallimento dell'euro"
    http://www.unich.it/docenti/bagnai/blog/EURO_bozza_formattato.pdf

    Non so se si arriverà per davvero a una rottura dell'Euro oppure a un'uscita, che sia dal basso, dall'alto, da sinistra o da destra.
    Credo che per iniziare solo a considerare l'idea ci sarà bisogno di uno shock, come quello che nel '92 ci costrinse a uscire dallo SME. Con l'unica differenza che stavolta dovrebbe essere ben più forte, dato che ormai l'impalcatura europea è molto più radicata rispetto ad allora. Oggi la moneta unica è un dato di fatto, mentre all'epoca si trattava solo di un accordo valutario tra gli stati membri.
    Al proposito vorrei ricordare che Claudio Borghi, durante la presentazione del "Manifesto di Solidarietà Europea" dello scorso 23 settembre, al quale segnalo che nei giorni scorsi ha aderito persino il Commissario Europeo Frits Bolkestein, ha fatto il seguente paragone, secondo me indovinatissimo e capace di zittire qualunque oltranzista del PUD€: L'Euro è come un motore nel quale i pistoni, ovvero gli stati membri, invece di girare tutti insieme vanno ognuno per conto suo. In assenza di un dispositivo di armonizzazione, quel motore è destinato a rompersi.

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    1. Certamente, clack. Non dobbiamo pensare che i Prodi, gli Amato, i Letta servano zelantemente la grande finanza perché credono nel liberismo o perseguono un modello di società. Vogliono semplicemente servire il potere per mantenere i loro privilegi. Il giorno che la grande finanza decidesse che l'euro va smantellato, costoro si dedicherebbero all'opera di distruzione della moneta unica con lo stesso zelo con cui l'hanno creata e difesa. Non sono degli strateghi, ma - appunto - dei camerieri, che tra l'altro hanno lavorato a pieno regime all'opera di distruzione dell'autostima degli italiani. Sono costoro e i loro cantori - per esempio Beppe Severgnini - che da decenni ci raccontano che la civiltà è nei paesi sassoni e anglosassoni mentre noi siamo pigri, immorali, corrotti e inaffidabili.

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  2. A questo proposito penso che come il Ragionier Vanesio ha fatto di tutto per farci capire, questi tecnocrati siano tutti divorati da un'ambizione sfrenata.
    Per una carica di quart'ordine da inserire nel loro curriculum sarebbero disposti a fare a pezzi la madre. Per poi rivenderla sottocosto sui banchi di un mercato rionale.
    Dopo aver letto il libro di cui ho dato il link in precedenza, e il successivo "Europa Kaputt", mi sono fatto l'idea che il prode svenditore dell'industria di stato a prezzo di magazzino, al momento di contrattare le condizioni dell'ingresso dell'Italia nella zona Euro si sia lasciato ammorbidire dalla carica di Presidente della Commissione Europea. Che in effetti fa la sua figura su qualsiasi pezzo di carta intestata ed è in grado di aprire molte porte.

    Quanto al buon Severgnini, si fa per dire, siccome ho un caratteraccio, ogniqualvolta mi sono sentito affibbiare una definizione poco gradita mi sono comportato in modo da esasperarne al massimo i tratti tipici. Confermando l'accusa del mio interlocutore, ma facendogliene pagare un prezzo talmente caro da indurlo a fare marcia indietro nel giro di due o tre giorni.
    Pertanto col Beppe farei così. Al momento di pubblicare un articolo o trasmettere un servizio gli direi: "Allora Beppe, sono 3.000 Euro. Sai, qui in Italia la corruzione dilaga. E che ci vuoi fare?"
    Quanto tempo pensi che ci metterebbe a cambiare registro?

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