mercoledì 11 settembre 2013

CARISSIMO PINOCCHIO

Il naso lungo di Saccomanni

Ieri 10 settembre alle ore 13.30 il premier Enrico Letta dichiarava che il governo sta centrando gli obiettivi della ripresa, la recessione è stata battuta e l'ottimismo è di rigore "perché sono finiti i tempi dei tagli e dell'austerità" e finalmente l'Italia investe nella cultura e nell'istruzione. Alla stessa identica ora l'ufficio di presidenza dell'Istat rilasciava una nota ufficiale di una trentina di righe in cui dichiarava che "purtroppo i dati sulla nostra economia sono, in realtà, nettamente inferiori alle nostre aspettative e previsioni, ed è necessario correggere le stime al ribasso; quest'anno il Pil nazionale subirà un nuovo arretramento nell'ordine del -2,1%, il peggior risultato dell'intera Unione Europea, di gran lunga più negativo alle attese". Poche ore più tardi, il Ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni ha dichiarato: "'I recenti indicatori mostrano un graduale netto miglioramento dell'economia. La ripresa è già arrivata, e nell'ultimo semestre dell'anno finalmente ci avviamo verso dati positivi con un Pil almeno al +0,8%". Due ore più tardi, il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, invece commentava: "La situazione finanziaria del sistema bancario italiano è in grave sofferenza. E' necessario mantenere i conti a posto e quindi bisogna attuare una stretta politica di rigore e di tagli perché i dati sull'economia nazionale sono tutti negativi".

Chi è il Pinocchio, Letta e Saccomanni oppure l'Istat e la Banca d'Italia? C'è la ripresa o prosegue la recessione? Riprendono gli investimenti pubblici o si prosegue con tagli e austerità? Dai, non è difficile indovinare.  

Con una postilla: certe bugie i governi le hanno sempre raccontate. Ma dirle oggi, come fa il governicchio Letta e come faceva il governicchio Monti, nella drammatica situazione di recessione e disoccupazione in cui siamo, non è solo spudorato. E' immorale.

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