Il nipote dello zio a rapporto dai superiori |
Mi fanno sorridere tutti coloro che pensano che la tesi secondo cui questo euro è sbagliato ed è meglio uscirne al più presto sia una "ipotesi di scuola", una stramberia per professori universitari, una stranezza di intellettualoidi magari un po' complottisti, mentre la vita è un'altra cosa. Si, è veramente incredibile come persone, magari dotate anche di una certa cultura e di un certo spessore, siano imbevute di disinformazione e non vedano la realtà.
Altro che ipotesi di scuola:
che l'euro così concepito sia un errore lo dicevano i migliori
economisti mondiali già trent'anni fa e lo confermano svariati premi
Nobel a maggior ragione oggi che i fatti hanno confermato le loro tristi
previsioni. Non c'è uno studioso serio che metta in discussione il
fatto che questa moneta unica non può reggere. Gli unici a non
ammetterlo sono gli economisti dell'Ocse, della Ue o prestati alla
politica. Ma un Padoan, un Monti, un Draghi, un Prodi, un Amato, un
Boeri, un Ichino - tutta gente che guarda caso la fa da padrone nei talk
show e sui giornali - non hanno un decimo della capacità di analisi di
un Krugman, uno Stiglitz, un De Grauwe. E soprattutto non possono dire
la verità perché sull'euro hanno costruito le loro carriere. Altri, meno
spudorati, ormai devono ammettere che l'euro non funziona ma vogliono
convincere gli italiani che non va messo in discussione in quanto ci
sarà una riforma: una nuova Europa con una banca centrale che emetta
moneta a garanzia di tutti i Paesi, l'unificazione bancaria e fiscale,
insomma, gli Stati Uniti d'Europa. Il problema è che questa è una
ipotesi purtroppo basata sul nulla. La Germania è entrata nell'euro a
condizione che mai si cambiassero le regole e i tedeschi - lo dicono e
lo ripetono ogni santo giorno - non cederanno mai di un millimetro.
Allora mi chiedo: è più teorica la possibilità che si esca dall'euro
(cosa inevitabile, che lo si voglia o no, che si prenda o si subisca la
decisione, che accada tra un mese, un anno o tre anni, perché MAI nella
storia una moneta applicata a economie profondamente diverse ha
funzionato) o è più teorica l'ipotesi che la Germania cambi idea? Chi
sono gli strambi? Coloro che propongono una via d'uscita - o almeno una
dura trattativa per cambiare le cose - tra l'altra suffragata da tutta
la scienza economica e da centinaia di esempi storici, o chi continua a
credere alla palla gigantesca che una moneta unica applicata a economie
enormemente diverse possa funzionare "se si fanno le riforme"? Chi è più
dannoso, chi apre un dibattito in modo che quando si arriverà - perché
ci si arriverà - al punto di rottura già sia stata elaborata una
strategia coinvolgendo i cittadini o chi questo dibattito lo silenzia in
tutti i modi pilotando un sistema dei mass media colluso e vergognoso?
Chi è, alla fine, il babbione? Chi non crede alla sostenibilità dell'euro e
ragiona su una exit strategy dolorosa ma inevitabile o chi, credendo a
politici - novelli Quisling - che non avrebbero mai il coraggio di
infastidire la grande finanza internazionale, continua a bersi la favola
che c'è la luce in fondo al tunnel, che l'austerità è espansiva e che i
tedeschi non vogliono il dominio commerciale e quindi avremo gli Stati
Uniti d'Europa?