sabato 8 giugno 2013

NON CI RESTA CHE BERLUSCONI

Vediamo di ricapitolare. Il centro-sinistra, cioè il Pd, continua imperterrito a difendere il sistema euro, con le sue disastrose appendici chiamate MES e Fiscal Compact e, di fronte al disagio sociale crescente, si limita ad ammettere che con le politiche di austerity si è esagerato un po' troppo e che bisogna cominciare anche in Europa a pensare al lavoro e alla crescita. Siccome però l'impianto complessivo non si discute, anzi discuterlo continua ad essere considerato pericoloso, non si comprenderebbe dove il Pd pensa di trovare le risorse necessarie per la fantomatica ripresa. In realtà intuirlo non è per nulla difficile. Per il sedicente partito del centro-sinistra italiano, bisognerà trovare i soldi mendicando a Bruxelles qualche piccola concessione e proseguendo nella politica di tagli allo Stato sociale, camuffata come lotta agli sprechi. Insomma, il Pd conta di proseguire nel progetto liberista della moneta unica che arrichisce l'area del marco a danno degli altri Paesi europei e le grandi rendite finanziarie che lucrano sui mercati dei titoli di Stato a danno dell'economia reale e della classe medio-bassa, indorando la pillola con qualche miliardino strappato in sede europea o recuperato dalla spesa pubblica (cioè dai servizi di cui tutti noi usufruiamo). Briciole assolutamente insufficienti a far ripartire un'economia a pezzi ma buone per tenere tranquilli i gonzi ancora per un po'.

Il Pdl si muove sostanzialmente sulla stessa linea ma l'astuto Berlusconi capisce che molti italiani, pur terrorizzati dalla disinformazione dilagante sulle conseguenze di una eventuale uscita dall'euro, in questa Europa credono sempre meno e invita il premier Letta a fare il braccio di ferro con la Merkel per ottenere misure espansive. Purtroppo conosciamo troppo bene il Cavaliere per non sapere che si tratta di affermazioni propagandistiche, mosse da convenienze e non da convinzioni, e non ci illudiamo certo che la via del duro negoziato sia effettivamente percorsa. Ancora una volta, però, dobbiamo registrare che un tema che dovrebbe essere progressista - la difesa dello Stato sociale, dei ceti medio-bassi produttivi contro gli interessi della speculazione finanziaria - viene ignorato, anzi combattutto dal centro-sinistra, che lo regala al populismo di destra. Avvisiamo però i dirigenti e gli elettori del Pd che, ove questo è avvenuto (per esempio in Grecia e in Germania), il centro-sinistra è crollato ai minimi storici. Quando la sinistra fa politiche di destra liberista, nel breve termine può anche vincere, ma alla lunga perde, perché alle copie si preferisce sempre l'originale.

E veniamo al M5S. Ormai è chiaro, come avevo paventato in altri due post, che Beppe Grillo, pur avendo avuto il merito di aprire per primo il dibattito sull'euro, mostra di non aver compreso o voluto comprendere le reali dinamiche della crisi dell'Eurozona. Mentre propone un referendum, che la nostra Costituzione non permette, ma che avrebbe il merito di innescare un dibattito di cui la gente ha disperatamente bisogno, l'ex comico lancia messaggi e fa proposte che rivelano una visione del problema del tutto simile a quella dominante. Per Grillo come per Monti o per Renzi, cioè come per gli esponenti del "partito unico dell'euro", la crisi italiana viene dall'eccesso di debito pubblico e non dallo squilibrio tra le bilance dei pagamenti dovuti al cambio fisso e alla cessione della sovranità monetaria, come ormai sostengono tutti gli economisti esclusi quelli a libro paga della Bce o dei partiti. Per Grillo come per i pasdaran del liberismo eurista e piddino, la  crescita del debito pubblico è da attribuire soprattutto agli sprechi della Casta e i soldi intascati dai corrotti e dai mafiosi (cose da combattere, sia chiaro, ma economicamente molto meno rilevanti), non dalla pazzesca spesa per interessi che lo Stato italiano paga sui propri titoli di Stato ai mercati. Per Grillo come per un Letta qualsiasi, il fondo salva Stati è cosa buona e giusta, anzi l'Italia deve chiedere l'accesso ai fondi europei ESM almeno per ripagare le PMI e pazienza poi se ci ritroveremo la Troika in casa, pronta a imporci per anni e anni ulteriori salassi. Insomma, coloro i quali pensano che il progetto di questo euro sia, assieme all'assenza di regolamentazione dei mercati finanziari, la causa della recessione in cui siamo sprofondati, non può contare neppure sul M5S, dove pure non mancano attivisti e meetup che affrontano con passione e competenza il problema. Perché, come spiega benissimo uno di questi militanti in un post davvero illuminante, l'unica opinione che conta è quella di Grillo e Casaleggio. E chi non si allinea viene bacchettato. 

Peccato davvero per l'ennesima occasione persa di un movimento che poteva rappresentare una enorme novità democratica e che invece sembra avviato sulla strada dell'irrilevanza politica. In attesa che la sinistra torni ad esistere, magari con una nuova forza politica, e a fare sua la battaglia contro il liberismo antidemocratico eurista, non ci resta che sperare che Berlusconi costringa davvero il nostro governo a condurre un duro negoziato. Pensate un po' come siamo ridotti.

mercoledì 5 giugno 2013

DOPPIO TURNO

Ma siete proprio convinti che oggi la priorità sia fare una riforma costituzionale? Io pensavo che la Costituzione andasse bene così com'è, senza presidenzialismo, e che l'urgenza fosse creare posti di lavoro e ridare fiato a imprese e famiglie. Che fosse il caso piuttosto di creare subito una task force di bravi economisti e di politici pronti a presentare un piano di ripresa economica e decisi a fare gli interessi dell'Italia a Bruxelles. 

Invece vedo che viene istituito dal governo un comitato di 35 presunti saggi per parlare di presidenzialismo, mentre sul piano economico tutto tace e ci si limita a rimandare l'Imu (e i problemi). Ma si vede che io vivo in un altro mondo e che la crisi la vedo solo io e gli sfigati che frequento. Se Napolitano, Letta, Berlusconi, il Pd e il Pdl dicono che ci vogliono le riforme costituzionali - e i loro elettori non si incavolano più di tanto per questa scelta che mi sembra senza senso - beh, può darsi che abbiano ragione loro, che la recessione stia passando, che si veda la luce in fondo al tunnel e che io sia così sciocco da non essermi reso conto del fatto che la gente di disoccupazione e debiti ne parla solo di tanto in tanto, presa come dev'essere a dibattere sul sistema a doppio turno alla francese.