giovedì 8 agosto 2013

PERCHE' LE MENZOGNE FUNZIONANO

"I dati attuali segnalano che alla fine di agosto la spesa pubblica raggiungerà un ennesimo record negativo avviandosi gloriosamente verso il 135/140% rispetto al pil (massima punta mai toccata dal febbraio del 1921 in conseguenza del disastro macroscopico causato dalla prima guerra mondiale) che ci ha già messo nella condizione di sforamento della normativa europea, il che in soldoni vuol dire che i tempi dell’austerità verranno allungati ancora con fermezza; in Europa lo sanno e hanno scelto di far finta di nulla.

Il Fondo Monetario Internazionale ha annunciato ieri mattina la propria sorpresa negativa nel dover rivedere la situazione dell’Italia al ribasso, visto che il pil della nazione è sceso al 2% su base annua nei primi due trimestri, mentre la loro previsione era di un -1,6% e la condizione economica dell’Italia è vista “in netto peggioramento strutturale” come anche segnalato dalla agenzie di rating che hanno  identificato e definito le prime 17 banche italiane come vicine al collasso. Il nostro Ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha invece dichiarato “E’ finita la recessione, i nuovi dati macro-economici lo stanno confermando”. L’affermazione è gravissima, non perché non sia piacevole, ma per il banale motivo che è falsa. Non era mai accaduto prima in Europa che a fronte di un ennesimo dato “ufficiale” che evidenziava la contrazione del pil di un paese, l’arretramento economico, l’aumento della disoccupazione, il crollo del consumo interno, i governanti comunicassero una notizia opposta".
(Sergio Cori Modigliani)

Il ministro Saccomanni dice in un'intervista che la recessione sta terminando: una balla gigantesca che però l'intervistatore si è guardato bene dal mettere in discussione.








Quello che stanno facendo classe politica e governo è pessimo. Ma è peggio quello che stanno facendo i media, ridotti - sul tema centrale dell'oggi, che è quello economico, altro che la grazia a Berlusconi! - a fare da megafono delle menzogne del potere. Come dimostrano proprio le dichiarazioni di Saccomanni, che una stampa seria e libera avrebbe giustamente sputtanato in lungo e in largo e che invece i nostri tg hanno riportato con zelo. Il servilismo, del resto, funziona: la gente - anche la più colta e professionalmente valida - in grande maggioranza crede a tg e grande stampa, non studia autonomamente nulla dei meccanismi economici che ci stanno stritolando (stanno stritolando la gente comune, voglio dire, mica gli speculatori finanziari e i grandi azionisti, of course), si fida, insomma, e quindi non capisce le vere ragioni del tunnel infinito in cui ci siamo cacciati. 

Per questo non protesta: non ha la minima idea di chi sia il nemico da combattere e quali siano le politiche per sconfiggerlo. Oppure perde tempo dietro a nemici da quattro soldi, che vanno sì perseguiti, ma che non rappresentano la causa principale del drammatico impoverimento italiano: dal gioielliere evasore fiscale, al funzionario pubblico "garantito" che va al bar cinque volte al giorno, a Berlusconi (che non può mai mancare). 

Fin dalla più tenera età Enrico Letta amava l'euro e la Bce.












Conosco colleghi giornalisti, normalmente lucidi e informati, che perdono ore a postare e a condividere su Facebook le solite invettive o ironie pro o contro Berlusconi (ma dopo vent'anni non si sono ancora stancati?), ma non si sono mai dati la briga di leggere gli articoli di qualche economista serio che io o qualche amico segnalava loro e che avrebbe loro aperto la testa. Corriere, Repubblica, La Stampa o i talk show dicono che siamo in crisi per colpa della nostra inefficienza e della spesa pubblica? Allora è così per forza. I migliori premi Nobel, nonché una miriade di siti di economia, ci dimostrano dati alla mano che NON è così, che le cause sono ben altre (movimento senza regole di capitali finanziari su scala globale, moneta unica tra economie diversissime, austerità pro-ciclica imposta follemente dalla Ue)? Non importa. Noi ci fidiamo di Alesina e Giavazzi che scrivono sul Corriere

Se così ragionano le persone che più dovrebbero avere cultura e apertura mentale, figuriamoci gli altri. C'è poco di cui essere ottimisti: la capacità di giudizio - e quindi di ribellione - della gente è molto scarsa. Speriamo di non dover arrivare al fondo del barile per vedere una reazione.

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