lunedì 2 dicembre 2013

LE SUPERCAZZOLE DEL PROPAGANDISTA 1/ "EH MA I TEDESCHI HANNO INVESTITO!"

(Da oggi, nuova rubrica (quotidiana o quasi): Le supercazzole del propagandista, ovvero una sciocchezza al giorno.  L'idea magari non è originalissima ma vediamo se serve a qualcosa: siccome ogni santo giorno la propaganda di politici, giornali e tv somministra perle di saggezza economica con frasi fatte di scarso o nullo valore che però vengono presentate come verità indiscutibili, ogni santo giorno o quasi mostrerò come queste perle siano patacche, cioè luoghi comuni che non hanno nessuna base reale ma sono stati creati ed alimentati a scopo propagandistico, per convincere la gente che il liberismo e il libero scambismo incontrollati sono inevitabili e positivi, che questa moneta unica fa il bene della collettività, che l'austerità è una strada percorribile e che insomma bisogna dare fiducia alle politiche che continuiamo a vedere applicate con risultati disastrosi.

Mi avvarrò quando possibile delle parole di qualche bravo economista. Non ce ne sarebbe bisogno, perché le sciocchezze che i Letta, i Monti e prima ancora i Prodi, i Tremonti ecc. hanno raccontato per anni e che una stampa ossequiosa, ignorante o in cattiva fede ha amplificato e amplifica, sono talmente evidenti che basta una manualetto di ragioneria per confutarle. Però anche un'analisi banale è bene che sia ribadita da qualcuno che ha titoli per parlare. Mentre una supercazzola, se ripetuta all'infinito - come insegna Goebbels - viene percepita come una verità, ma è e rimarrà sempre una supercazzola).

Spiacevoli effetti della propaganda mediatica


Supercazzola 1: I tedeschi sono competitivi perché hanno investito, loro!

"Eh! Ma i tedeschi sono competitivi perché hanno investito!", dice l'italiano medio dopo aver assistito per anni ai dibattiti di Ballarò o dopo aver letto il centesimo editoriale di Alesina & Giavazzi sul Corriere della Sera. "Eh sì", aggiunge sempre l'italiano medio abituato a pensare che siamo i Calimero d'Europa,"invece i nostri imprenditori, pigri e rapaci, se ne sono fregati degli investimenti per fare profitti, magari evadendo le tasse e portando i soldi in Svizzera!".

Peccato che questo sia una un tipico luogo comune che si basa solo su pregiudizi (ovviamente fatta salva la costatazione che di imprenditori furbacchiotti il nostro Paese ne ha certamente). Infatti, un qualsiasi manuale economico di base ci spiega che se un Paese è un esportatore netto, è quasi matematico che avrà investito troppo poco. E siccome la Germania ha un grande surplus commerciale, è molto, ma molto probabile che di investimenti ne abbia fatti ben pochi.

Sicuro? Direi di sì. Come ci spiega il professor Alberto Bagnai, "in contabilità nazionale vale l'equazione S - I = X - M, ovvero: lo scarto fra risparmio nazionale, cioè S, e investimento nazionale, cioè I, (il risparmio "netto" di un Paese) corrisponde allo scarto fra esportazioni e importazioni (le esportazioni "nette" di un paese, cioè il suo saldo commerciale).

Ne consegue che se in un paese X-M ha un valore abnorme, come accade in Germania  necessariamente dall'altra parte o il risparmio è altissimo (ma questo significa che il consumi devono essere rasoterra, e non è il caso della Germania), o, se i consumi sono fisiologici (e quindi è tale anche il risparmio) dovranno essere bassini gli investimenti. Non si scappa: non è nemmeno matematica (che potrebbe essere un'opinione, come i miei amici matematici esperti di congetture sanno): è aritmetica. (...)

La media sul periodo 1999-2007 (dall'entrata nell'euro allo scoppio della crisi) del rapporto fra investimenti fissi lordi e Pil indica infatti (le fonti sono il WEO e l'AMECO) che la Germania si piazza ultima come rapporto investimenti/Pil sia in termini totali sia escludendo gli investimenti residenziali. Pensate che in termini di investimenti non residenziali riesce ad essere, se pure di un pelo, sotto alla Grecia. I due paesi con il maggior livello di investimenti non residenziali sono Austria e Portogallo (guarda te)! E, comunque, anche in questa classifica, come in quella della spesapubblicaimproduttiva, stanno peggio dell'Italia solo paesi virtuosi: la Finlandia, l'Olanda, la Francia e la Germania...
(...)

E la morale della favola qual è? Che da che mondo è mondo, nella maggior parte dei casi non si diventa competitivi "investendo", ma in un modo molto più semplice e che alle élite tedesche viene tanto naturale: fottendo il prossimo". Cioè comprimendo i salari! 

Chiaro?


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