sabato 27 aprile 2013

IL VERO ERRORE DI BEPPE GRILLO

Come volevasi dimostrare, Beppe Grillo e il M5S, una volta ottenuto voti e seggi parlamentari in quantità significativa e pericolosa, vengono attaccati, silenziati o scherniti da un apparato mediatico che in gran parte fa gli interessi dei partiti tradizionali e quindi non vede l'ora di scagliarsi contro chi questi interessi vuole abbattere o almeno mettere in discussione. 

Tra tante critiche ingiuste e strumentali (tra cui quella di aver favorito il governissimo, come se i responsabili non fossero Pd e Pdl e come se la proposta Rodotà non fosse stata avanzata) ce ne sono però alcune che condivido. Per esempio, mi lascia molto perplesso il sistema di selezione della classe dirigente: se devi fare politica a certi livelli e per di più hai contro non solo gli altri partiti, ma un sistema dell'informazione che gioca contro, devi far eleggere gente veramente in gamba. Più in gamba di quella che possono permettersi di scegliere gli altri partiti. Purtroppo invece, assieme a persone preparate, i M5S ha mandato in Parlamento anche soggetti come Mastrangeli o come la Lombardi, che sarà anche brava, come dicono i militanti della prima ora, ma fa raccapriccianti scivoloni mediatici.

Ma l'errore principale di Beppe Grillo è un altro. Ed è un errore tanto grave quanto poco dibattuto: perché il leader del M5S non chiarisce una volta per tutte quale è la posizione del movimento sulla politica economica e sociale? Già, perché dal mondo dei Cinque Stelle arrivano indicazioni confuse e contradditorie. La base del movimento è l'unico luogo politico italiano, oltre alla sinistra radicale, che mette in discussione la moneta unica e che ospita le analisi di grandi economisti come Stiglitz, Krugman, Roubini, De Grauwe (giganti della teoria economica, altro che Monti, Padoan, Boldrin e compagnia!), i quali dimostrano inoppugnabilmente che l'attuale crisi non è dovuta al debito pubblico ma al debito privato, che si accumula drammaticamente in presenza di un cambio fisso. Per tutti coloro che non si accontentano della vulgata liberista e delle fallaci diagnosi della Bce e di Mario Monti - diagnosi che ci stanno portando alla rovina - il M5S sembrerebbe quindi essere una ragione di speranza. Tanto più che i parlamentari del movimento hanno appena inaugurato un Laboratorio di economia che si ispira proprio alla critica al sistema eurista e liberista. 
Ma poi arrivano le esternazioni sul tema di Beppe Grillo. E allora non ci si capisce più nulla. Grillo infatti continua, un giorno sì e l'altro pure, a demonizzare il debito pubblico, a insistere sul "rischio-fallimento" dell'Italia, a sottolineare che la colpa è della classe dirigente corrotta e sprecona. Insomma, finisce per dare ragione esattamente alle analisi di Monti e di questo Pd di destra: la crisi è colpa nostra, abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, siamo un popolo di corrotti, è giusto che gli stranieri decidano per noi, dobbiamo tagliare e risparmiare, fino alla odiosa battuta dell'altro giorno: "Sarebbe meglio che i tedeschi ci invadessero". Alla fine viene da chiedersi: la linea di politica economica del M5S è quella della base, dei parlamentari, del Laboratorio di economia o è quella dettata nelle sue esternazioni da Grillo? 

Purtroppo, vista la sua popolarità, la risposta è che a contare di più sono le sparate di Grillo. E allora ci sentiamo in dovere di avvisare il leader del M5S: caro Grillo, con queste affermazioni non fai altro che metterti sullo stesso piano della classe dirigente che dici di combattere e che sta affondando l'economia reale del Paese. Vuoi o non vuoi farti carico dei dibattiti che si svolgono tra i tuoi militanti, nei quali si sostiene ciò che praticamente tutta la comunità accademica internazionale certifica, ovvero che la crisi europea è data non dai debiti pubblici dei Paesi ma dai debiti privati (squilibri della bilancia commerciale) che si accumulano in presenza del cambio fisso? Vuoi o non vuoi aprire un serio dibattito su come riformare questa moneta unica e su che cosa fare nel caso le proposte di riforma siano tutte rifiutate dai tedeschi? Oppure preferisci fare della demagogia sulla casta e sulla corruzione, che magari ti servirà anche a distinguerti dai partiti tradizionali e a prendere qualche voto in più, ma che alla lunga fa solo il gioco di chi sostiene che la recessione è colpa della spesa pubblica (ossia dello Stato sociale e dei diritti dei lavoratori!) e che per salvarsi bisogna necessariamente tagliarla (ossia massacrare lo Stato sociale e i diritti dei lavoratori)? 

Il tempo delle ambiguità è finito, Grillo si sbrighi e spinga il M5S ad avviare nel Paese quel serio  dibattito economico sulle fallimentari politiche europee che il sedicente centro-sinistra ha finora silenziato. Altrimenti finirà per ridurre il movimento a una dei tanti fenomeni populisti che il sistema delle democrazie rappresentative ogni tanto genera e che poi velocemente assorbe. Cioè, a un'avventura politica breve e irrilevante.

Nessun commento:

Posta un commento