martedì 5 novembre 2013

TU QUOQUE ROMANO?

Persino Romano Prodi deve ammettere che l'euro così come è stato costruito è insostenibile e che cianciare di "più Europa", come fanno i suoi compagni di partito, quando i tedeschi invece non ne vogliono sapere, è pura utopia. Purtroppo il Professore non ha l'onestà intellettuale di chiedere semplicemente scusa per l'errore fatto ma, nella fregola di dimostrare che il pasticcio si può ricomporre, si azzarda a proporre una via di uscita. Lui e i suoi colleghi sbagliarono anni fa a farci entrare, chissà mai che almeno sappiano come farci uscire dal tunnel, qualcuno potrebbe illudersi...

Leggiamo allora la brillante idea di Prodi: «La mia proposta è di escludere temporaneamente dal computo del deficit i 51 miliardi versati dall’Italia alla solidarietà europea e usare quelle risorse per investimenti pubblici straordinari». Ma bravo Romano! Hai appena finito di dire, nella stessa intervista, che cambiamenti dei parametri - e quindi anche dei numeri del fondo salva stati - sono praticamente impossibili in quanto non esiste una Europa forte («oggi ci sono solo i Paesi e uno solo al comando, la Germania. Anche la Bce, che pure, con Draghi, è l’unico potere forte europeo e ha fatto tanto, non è onnipotente. Ha uno statuto e la Bundesbank in consiglio...». Giustissimo. E pensare che quando le dicevamo noi, queste cose, venivamo visti come dei marziani, ndr.) e poi vieni a suggerirci che la soluzione sarebbe quella di chiedere ai tedeschi di "abbuonarci" 51 miliardi escludendoli dal computo del debito pubblico?  

Ma, egregio Professore, se questa fosse una via percorribile, sarebbe già stata messa in atto, i tedeschi ci permetterebbero di sforare temporaneamente i parametri - mentre manco lo 0,1% nel rapporto deficit/ Pil ci concedono, altro che 51 miliardi! - il problema Eurozona non esisterebbe, ci sarebbe già "più Europa" e l'Unione sarebbe una confederazione di Stati che coordinano le proprie politiche economiche, invece di farsi concorrenza a suon di esportazioni. Ma non lo vede, Professore, che la sua proposta non ha nessuna chance di realizzarsi perché politicamente insostenibile?




2 commenti:

  1. Quello che fa sempre specie tra i personaggi di questa particolare tipologia è l'assoluta mancanza di dignità. Quella che imporrebbe di ammettere il proprio errore e quantomeno chiedere scusa, prima di azzardarsi a profferire qualunque altra parola riguardo a certi argomenti.
    D'altronde non sarebbe facile per chi sa che il contenuto della sua intervista al Financial Times del 5 dicembre 2011 è ormai di dominio pubblico.
    "Sono sicuro che l'Euro ci obbligherà a introdurre una nuova serie di strumenti di politica economica. E' politicamente impossibile proporli ora. Ma un giorno vi sarà una crisi e nuovi strumenti saranno creati".
    Resta un mistero il motivo per cui nessuno gli chiede conto di quelle parole e di chiarirne una volta per tutte il significato. Meglio se davanti a una telecamera che lo inquadra in primo piano.
    In base ad esse, e alla propaganda sfacciata che egli fece alla moneta unica quando ci sottopose a sacrifici enormi che alla luce dei fatti sono serviti soltanto a farcene affrontare molti di più e molto peggiori, il dubbio viene ed è molto difficile ricacciarlo indietro.
    Posto che dalle parole di quell'intervista si comprende che egli avesse perfettamente compreso quali sarebbero stati gli esiti del dispistivo che consiste nell'eurozona, e in base alla vanità e all'ambizione sfrenata che guida i passi di coloro i quali finiscono a ricoprire determinate cariche, come escludere che ci sia stata una sorta di do ut des con la nomina a Presidente della Commissione Europea, che lo ha visto nel pieno della sua carica proprio nel momento cruciale del nostro ingresso?
    Riguardo al quale Kohl nel 1996 aveva affermato: “un’Italia fuori dall’euro farebbe una concorrenza rovinosa all’industria tedesca. L’Italia deve quindi essere subito parte dell’euro, alle stesse condizioni degli altri partner".
    Del resto una dicitura del tipo "Presidente della Commissione Europea" fa una gran bella figura su qualsiasi biglietto da visita, carta intestata o curriculum vitae. E se è vero che a pensare male si fa peccato ecc ecc...

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  2. Caro Clack,
    ovviamente sono d'accordo: ammettere di aver sbaglliato è un privilegio dell'intelligenza di cui sono capaci gli statisti, non certo i politicanti alla Prodi. Non so però se esista il do ut des che tu ipotizzi, almeno in forma diretta. Diciamo che se Prodi, che certamente conosceva i gravi limiti dell'euro sottolineati dalla letteratura scientifica, li avesse ricordati, non sarebbe mai diventato presidente della Commissione Europea.

    C'è ancora qualcuno che non ha paura di perdere privilegi e poltrone pur di dire la verità alla gente? E la gente, la vuole davvero questa verità? A giudicare dall'assenza di manifestazioni per la vicenda Cancellieri, direi che siamo rimasti in pochi. Il popolo subisce l'arroganza e le menzogne del potere senza reagire e si muove solo se convocato in piazza da qualche organizzazione che al sistema di potere appartiene (vedasi le tante manifestazioni contro il pagliaccio Berlusconi messe in piedi da Pd, Sel e sindacati, che invece non hanno fatto un bel nulla contro l'odioso conflitto di interesse fatto valere dal ministro dell'Interno). E che usa la protesta non per far valere i diritti della gente ma solo per alimentare il teatrino della finta battaglia tra sedicenti destra e sinistra. Che tristezza.

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