giovedì 28 novembre 2013

TITANIC ITALIA

Sobillatori: il professor Luciano Gallino
Stiamo andando contro un iceberg e perdiamo tempo a parlare del menù di bordo. Magari ballando sul ponte del Titanic Italia perché "c'è da festeggiare la decadenza" (sacrosanta) di Berlusconi. Nel 2015 entrerà infatti in vigore il Fiscal Compact ma la stragrande maggioranza della gente e dei commentatori politici continua ad occuparsi d'altro e non si rende minimamente conto di che cosa questa prospettiva ormai vicina significherà per le nostre vite. Proviamo a spiegarlo usando le parole del professor Luciano Gallino, noto populista aduso a sobillare le folle con previsioni terroristiche.

Il Fiscal Compact, spiega Gallino, prevede che "bisogna assolutamente rientrare dal debito in 20 anni, riportandolo al 60% rispetto al Pil. Questo valore del 60% non ha nessuna base scientifica. Poteva essere il 50% o il 70%. Il dogma del 60% però è diventato sacro. Questa decisione impone all'Italia di trovare 50 miliardi di euro ogni anno, per i prossimi venti. Significa l'impossibilità assoluta di farvi fronte. Qualora fosse realizzato questo piano, sarà imposta una miseria rispetto alla quale quella della guerra del 40-45 sarà poca cosa. Questa decisione doveva essere discussa, sottoposta a un referendum, per rendere edotti i cittadini di cosa significava."

Capito? Siamo alla vigilia di una nuova imposizione dell'Europa, che ci costringerà per 20 anni di fila a recuperare 50 miliardi all'anno, quando non riusciamo a trovare le coperture neppure per due miseri miliarducci (a tanto ammonta la rata Imu che è stata discussa per mesi). Questo significherà una distruzione della nostra economia ben peggiore di quella della seconda guerra mondiale. Un massacro per di più inutile: intaccando così pesantemente la spesa pubblica (a un livello tale che il nostro Stato sociale scomparirà), il debito pubblico - che si calcola nel suo rapporto con il Pil - non scenderà mai abbastanza, perché il primo a scendere sarà proprio il Pil. Eppure il dibattito sull'argomento è praticamente nullo. Si va allo sfacelo parlando - come succede da due decenni - di maggiornze parlamentari e dei problemi del neo-decaduto.

Ne scaturiscono alcune ovvie riflessioni.

1. Il Fiscal Compact è la più folle delle follie europee. Il fatto che una simile porcheria non sia stato sottoposta a nessun referendum popolare ma sia stato ugualmente votata dai parlamenti, significa che i parlamenti sono ormai in tutta l'eurozona (il discorso non vale certamente per i Paesi scandinavi e la Uk, che si sono ben guardati dall'entrare nell'euro) non più espressione della volontà popolare ma garanti dei poteri dei mercati, con l'eccezione di forze di opposizione in crescita ma ancora minoritarie e con coloriture ideologiche non sempre rassicuranti. La considerazione ovviamente vale soprattutto per il Parlamento italiano, che più di tutti ha tradito il proprio popolo, visto che il Fiscal Compact per noi sarà particolarmente feroce.

2. I tagli e le "riforme" finora fatte in paragone a quello che ci attende sono stati solo un antipasto. Se non si contesta da subito questo meccanismo, saremo costretti a ricordare con nostalgia persino il pur grigio tempo presente. Altro che ripresa!

3. L'unico Paese che - attraverso una corte di giustizia - ha sollevato obiezioni sul Fiscal Compact dichiarandolo (giustamente) incostituzionale è proprio la Germania, che - al momento - non è tenuto ad applicarlo. Siamo tutti uguali ma in questa Ue qualcuno è più uguale degli altri.

4. Chi ha ideato il Fiscal Compact sa benissimo che esso è irrealizzabile e che, per il banale meccanismo che ho spiegato sopra, non diminuirà affatto il rapporto debito/Pil. Ma a costoro non importa, in quanto il loro vero obiettivo - per chi non lo avesse ancora capito e continuasse a credere alla vulgata di tv e giornali - non è la riduzione del debito, ma lo smantellamento dello Stato sociale e la trasformazione dell'economia sociale di mercato europea (splendida conquista del Novecento) in un sistema economico basato sul darwinismo sociale, dove solo i più ricchi o i più fortunati emergono, mentre la massa non ha più garanzie e deve affidarsi ai privati, quindi pagando, anche per avere servizi di base come la scuola o l'assistenza sanitaria. Chi ha progettato questo piano è cattivo? No, semplicemente fa gli interessi dei grandi gruppi privati, i quali da un'economia basata sulla privatizzazione dei servizi pubblici ricaverebbero enormi profitti.

5. La forza politica che più di tutte appoggia questa autentica rivoluzione liberista indotta da Bruxelles è, incredibilmente, il partito di centro-sinistra per definizione e radici, cioè il Pd, che ha ormai compiuto una totale mutazione genetica. Inutile dire che con Matteo Renzi la sterzata a destra sarà ancora più netta (e forse terminerà l'equivoco di chi ancora si illude che il Pd abbia una natura di sinistra).

6. Parlare di Berlusconi oggi (è la notizia del giorno) è comprensibile. Continuare a farlo anche domani, dopodomani e per altri mesi o anni - come puntualmente avverrà - è demenziale. Significa - appunto - litigare sul menù di bordo senza rendersi conto che la nave sta andando a schiantarsi contro un iceberg. Ed è proprio questo che gli ideatori del Fiscal Compact vogliono.

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